Diario editoriale #4: uno spazio caldo e accogliente
Scritto da: Ezio Quarantelli
Ho passato la mattina facendo telefonate e rispondendo a email. Questo è il tenore delle questioni che mi hanno occupato qualche ora: quando si potrà accedere alla cassa integrazione? Che cosa bisogna fare per sospendere i mutui? Quali scadenze fiscali sono state rinviate? Ha ripreso una qualche attività il nostro distributore? In quali zone d’Italia non arrivano più i corrieri? Non ho parlato di libri, se non marginalmente, non ho pensato ai libri, se non per fare l’inventario di quelli stampati ma non ancora distribuiti, di quelli sospesi, di quelli rinviati.
Per ironia della sorte, il 25 marzo è entrata in vigore la nuova legge del libro che limita lo sconto al 5%. È stata pensata e voluta per aiutare soprattutto le librerie indipendenti, che al momento sono praticamente tutte chiuse.
Attorno alle 13 ho attraversato una Torino ancora invernale e quasi completamente deserta per raggiungere la casa editrice. Volevo raccogliere un po’ di carte in previsione dei giorni a venire che mi vedranno costretto a lavorare soltanto da casa. (Ci sono riuscito poco nei giorni scorsi, non ho fatto altro che iniziare un lavoro e subito abbandonarlo, leggere qualche pagina e subito passare ad altro. Nessuna capacità di concentrazione.)
Ho scritto ad amici e colleghi sparsi per il mondo, per dare notizie e per averne. I meno colpiti, per ora, sembrano gli inglesi, i più angosciati sono sicuramente gli spagnoli. Dal Canada mi scrivono che anche lì tutto si sta fermando e che a Montréal il ritmo di crescita del contagio è sostenuto.
Un giorno forse non troppo lontano tutto questo finirà, ma in quale mondo riprenderemo a vivere? Forse in una brutta copia del precedente. Anzi, sicuramente in una brutta copia del precedente, se non sapremo usare coraggio e creatività e trovare nuove vie (o almeno nuovi sentieri), se non ricostruiremo su basi nuove il nostro lavoro e magari la nostra vita.
Mi avete scritto in tanti nei giorni scorsi. Grazie, grazie di cuore a tutti! Ho sentito attraverso le vostre parole che la casa editrice è anche un po’ casa vostra, che non siete soltanto occasionali lettori, ma amici e compagni di strada. Questo è molto importante, ci conforta, ci sostiene. Abbiamo un enorme bisogno di voi, delle vostre idee, delle vostre critiche, dei vostri desideri, delle vostre fantasie. Ho sempre pensato che una casa editrice debba essere un luogo di incontro, in cui ci si confronta e si condividono esperienze. Non mi sono mai piaciute le torri d’avorio e neppure i luoghi della promiscuità frettolosa. Mi piacciono gli spazi caldi e accoglienti, dove ciascuno può sentirsi a proprio agio e, se lo vuole, aprire il cuore e spalancare la mente.
Ecco, proprio di qui, da questo rapporto tenace che in questi giorni abbiamo più strettamente annodato, vorrei ripartire quando sarà tornato il sereno.