4
Settembre 2017
Intervista a Georges Simenon

Georges Simenon e l'arte del romanzo. Un'intervista di Francis Lacassin

Scritto da: Redazione

L'intervista che segue è tratta dal libro «Conversazioni con Simenon». A dialogare con Georges Simenon è Francis Lacassin, giornalista ed editor francese che nel 1969 incontrò l'autore per una lunga intervista sulla sua produzione letteraria, e non solo. All'epoca Simenon aveva smesso di scrivere romanzi.

Francis Lacassin: Perché scriveva romanzi? E perché non ne scrive più?

Georges Simenon: Ho sempre avuto voglia di scrivere romanzi, come d’altronde tanta altra gente. C’è, si può dire, quasi un terzo dei giovani che si dicono che un giorno scriveranno per lo meno un romanzo. Ma per me era quasi una ricerca di me stesso. Ovvero, ciò che chiamo la ricerca dell’uomo è la ricerca di me stesso, dato che sono un uomo come gli altri. È proprio scrivendo romanzi che avevo l’impressione di avvicinarmi all’uomo. Perché, per creare il personaggio di un romanzo, bisogna entrare completamente nei suoi panni. Parlo del romanzo del subconscio. Perché classifico i romanzi in due categorie: ci sono i romanzi scritti con intelligenza, sensibilità, poesia ecc.; e ci sono i romanzi scritti con il subconscio, letteralmente.
Ci si mette nei panni di un personaggio, e non si sa assolutamente dove quel personaggio ti porterà, lo segui giorno per giorno, ed è solo all’ultimo capitolo che sai qual è l’esito della crisi. Ebbene, creando un certo numero di personaggi e mettendoli fin dal primo capitolo in una situazione che crea automaticamente una crisi, i personaggi devono arrivare fino al limite di loro stessi.
D’altronde, domandavano a Balzac: “Che cos’è il personaggio di un romanzo?”. E Balzac rispondeva: “È chiunque là fuori, ma che arriva fino al limite di se stesso”.
Tutti quanti noi non andiamo fino al limite di noi stessi, o perché abbiamo paura di finire in prigione, o perché temiamo di urtare i nostri simili, o per ipersensibilità, o per buona educazione, come si dice... Insomma, per un mucchio di ragioni, ci sono poche persone che arrivano fino al limite di se stesse. E almeno, fortunatamente, oggi non c’è più quell’educazione restrittiva che si subiva un tempo. Allora, scrivere un romanzo è mettersi, le dico, nei panni di un personaggio, è creare un gruppo sociale qualsiasi, cinque, sei, sette persone, poco importa: dunque ci sarà un personaggio centrale, e bisogna solo entrare il più possibile in questo personaggio centrale.

Lacassin: È quasi, anche se il termine è pretenzioso, un’operazione psicanalitica quella che lei attua?

Simenon: All’incirca, non è così? Per me era cercare di sapere se quel tipo d’uomo avrebbe reagito in quello o in quell’altro modo. E, mi creda, non c’era bisogno di fare sforzi! Alla vigilia dell’ultimo capitolo, non sapevo come si sarebbe sciolto l’intreccio del romanzo, non sapevo assolutamente ciò che sarebbe necessariamente accaduto al mio personaggio. Questi seguiva una sua logica che non era affatto la mia logica. Io vivevo la sua crisi.

Lacassin: Ho osservato, leggendo i suoi reportage, che le persone che incontra nella realtà diventano ai suoi occhi personaggi da romanzo. In compenso, i personaggi dei suoi romanzi sembrano usciti dalla realtà. Questo approccio dell’uomo dipende, in lei, da un’attitudine cosciente o incosciente?

Simenon: Incosciente. Ma posso spiegarlo facilmente.
Ciascun uomo è un personaggio da romanzo, perché la vita di ogni uomo è un romanzo... E non è necessariamente un romanzo per questa o quella serie, horror o gialli, o quale che sia. Non so più quale grande critico ha scritto: ciascuno porta un romanzo dentro di sé. Sì, solo che non ne deve portare per forza altri. C’è solo il romanziere che ne porta altri. Ma in realtà ogni uomo è in grado di descrivere sia la propria gioventù, sia la propria nascita, sia l’incontro con la propria moglie e il primo mese di convivenza, e di farne un vero e proprio romanzo. Ma poi, quando non si tratterà più di se stesso, ma di altri personaggi, incontrerà grandi difficoltà. Creare personaggi e portarli avanti di peso richiede di mettersi nei panni degli altri, ed è talmente estenuante! Ed è per questo che a sessant’anni mi sono fermato, perché non potevo più portare le persone di peso così. Ecco tutto.

Lacassin: Ha preferenze per qualche romanzo?

Simenon: No. Parlando francamente, non ho preferenze. Certi hanno avuto più successo con questo o quel tipo di pubblico, ma, se lei chiedesse a Nielsen o a Gallimard, constaterebbe che tutti i miei romanzi hanno avuto, migliaio di copie più, migliaio di copie meno, all’incirca lo stesso corso.
Quello che cerco è che le persone leggano, mi leggano. Perché, quando mi leggono, significa che non mi sono sbagliato troppo sull’uomo. Capisce? Se i miei personaggi fossero falsi, non mi leggerebbero in uzbeco, in caucasico, in lituano, in tutti i paesi dell’America del Sud ecc. Quindi, tutto sommato, questo mi rassicura. Anche a me fa molto piacere essere rassicurato, perché non ho troppa fiducia in me, anzi. Ogni volta che finivo un romanzo, ero terribilmente in ansia all’idea di averlo fallito, e poi, revisionandolo – lasciavo passare da otto a dieci giorni prima di revisionarlo – mi dicevo: beh, non sembra tanto male, può andare. Mi rassicurava. E poi venivano le critiche. Ma non mi basavo sulle critiche di un solo paese: aspettavo le critiche di almeno una ventina di paesi per rassicurarmi.

Lacassin: Facendo il bilancio della sua opera, trova in essa non dico dei messaggi, che sarebbe pretenzioso, ma delle preoccupazioni?

Simenon: Ebbene, non ho mai cercato di esprimere un’idea, glielo dico molto francamente. Ho soltanto voluto creare dei personaggi e, creandoli, ho cercato di capire un po’ di più l’uomo. Il più delle volte, è attraverso i critici che ho appreso di avere in realtà voluto dire questa o quell’altra cosa. Ma scrivendo non lo sapevo, sono i critici che me l’hanno indicato.

Lacassin: Eppure ci sono temi costanti nella sua opera: l’incomprensione, la difficoltà di comunicazione fra i personaggi, fra padre e figlio, fra padre e figlia. Il rispetto della personalità altrui e il suo corollario, la rivincita dell’uomo umiliato. Colui che lotta contro l’establishment o contro le regole ecc.

Simenon: Sì, ma non ne ero cosciente mentre scrivevo. Mi creda. D’altronde scrivevo in un tale stato! Non dimentichi che finivo un capitolo di venti pagine in circa due ore, e che dopo avevo perso ottocento grammi. Abbiamo fatto l’esperimento con Teresa: lei pesava i vestiti che avevo prima di darmeli. Perché avevo dei vestiti che mi servivano solo per scrivere, era quasi una superstizione: due camicie sportive, una rossa e una scura a quadrettoni. Le avevo comprate a New York, e da allora ho sempre scritto tutti i miei romanzi con quelle camicie. Pesavano ottocento grammi in più dopo ogni seduta. Ottocento grammi persi con la traspirazione.

Lacassin: Facevano circa cinque chili e mezzo a romanzo. 

Simenon: A romanzo, sì. Li recuperavo in meno di un mese, ma li perdevo in sette giorni… Allora, quando si scrive in quelle condizioni, le garantisco che non si pensa a formulare delle idee. Si pensa a identificarsi nel personaggio, a rimanere, così lo chiamavo, in stato di grazia. Cioè in stato di vacuità completa rispetto a me stesso per essere meglio l’altro. Allora, bisognava che ci rimanessi. All’inizio ho tenuto undici giorni, poi dieci giorni, poi nove giorni e alla fine sette giorni. Perché dopo sette giorni non riuscivo più a rimanere in questo stato di grazia, come le dico. Ed è perciò che i miei romanzi sono passati da undici capitoli a nove e poi a sette.

Lacassin: Insomma, scriveva in una sorta di trance. E questa trance è tanto più faticosa nella misura in cui riproduce in accelerato la crisi che attraversa il suo personaggio. I suoi romanzi sono sempre la narrazione di una crisi.

Simenon: Riprendo la frase di Balzac che le ho citato: Un personaggio è qualcuno che arriva fino al limite di se stesso. Se è per raccontare la vita di qualcuno a cui non succede niente, qual è l’interesse? In fondo, che cos’è il romanzo? È ciò che ha sostituito la tragedia greca. Ora non abbiamo più la tragedia. L’ha sostituita il romanzo.

Lacassin: Non c’è dunque alcun romanzo per il quale lei abbia una preferenza, ma si ricorda di qualcuno di essi che nella sua carriera abbia costituito ciò che lei chiama “tappe”?.

Simenon: Sì, sì, ce ne sono che hanno costituito delle “tappe”. Come I Pitard * è stata una tappa in un dato momento, La fuga del sig. Monde * lo è stata in un altro, così come La neve era sporca *... Ah, sì! Prima di La neve era sporca, c’è stato Tre camere a Manhattan *... Sicuramente altri, ma non so più. Sa, non sono più un professionista, non sono più un romanziere e non penso più da romanziere. Tutto questo per me è passato. Dirò persino che me ne sono completamente distaccato.

 

---

I titoli qui citati di Georges Simenon sono tutti  pubblicati in Italia da Adelphi.

Francis Lacassin
Conversazioni con Simenon

Traduzione di Elga Mugellini


Lascia un commento

I più letti

Diario editoriale #77: un piccolo colibrì, un grande incendio
23 . 12 . 2022

Diario editoriale #77: un piccolo colibrì, un grande incendio

Al termine di un anno difficile come questo e con la prospettiva di mesi a venire ancora più complicati, in me si è sempre più fatta strada l’idea...

Scritto da: Ezio Quarantelli

Leggi post
Giulio Einaudi
1 . 12 . 2022

Diario editoriale #76: un identikit (e un editore molto ammirato)

Durante una recente intervista mi sono state poste alcune domande che vorrei condividere con chi ci legge.Innanzitutto mi hanno chiesto di definir...

Scritto da: Ezio Quarantelli

Leggi post
La storia dell’amore… animale! Un’intervista a Roberto Marchesini
2 . 02 . 2023

La storia dell’amore… animale! Un’intervista a Roberto Marchesini

Quando ci accingiamo a parlare di “amore per gli animali”, veniamo solitamente ricambiati da un sorrisino benevolo, quasi si trattasse di un “piac...

Scritto da: Redazione

Leggi post

Archivio

Ottobre 2024

Giugno 2024

Maggio 2024

Marzo 2024

Dicembre 2023

Febbraio 2023

Dicembre 2022

Dicembre 2022

Novembre 2022

Novembre 2022

Novembre 2022

Ottobre 2022

Ottobre 2022

Ottobre 2022

Giugno 2022

Aprile 2022

Marzo 2022

Marzo 2022

Febbraio 2022

Febbraio 2022

Gennaio 2022

Dicembre 2021

Dicembre 2021

Novembre 2021

Novembre 2021

Ottobre 2021

Ottobre 2021

Settembre 2021

Luglio 2021

Luglio 2021

Luglio 2021

Luglio 2021

Giugno 2021

Giugno 2021

Giugno 2021

Giugno 2021

Maggio 2021

Maggio 2021

Maggio 2021

Maggio 2021

Aprile 2021

Aprile 2021

Aprile 2021

Aprile 2021

Aprile 2021

Marzo 2021

Marzo 2021

Marzo 2021

Marzo 2021

Febbraio 2021

Febbraio 2021

Febbraio 2021

Febbraio 2021

Gennaio 2021

Gennaio 2021

Gennaio 2021

Dicembre 2020

Dicembre 2020

Dicembre 2020

Dicembre 2020

Dicembre 2020

Novembre 2020

Novembre 2020

Novembre 2020

Novembre 2020

Ottobre 2020

Ottobre 2020

Ottobre 2020

Ottobre 2020

Settembre 2020

Settembre 2020

Settembre 2020

Luglio 2020

Luglio 2020

Luglio 2020

Luglio 2020

Giugno 2020

Giugno 2020

Giugno 2020

Giugno 2020

Maggio 2020

Maggio 2020

Maggio 2020

Maggio 2020

Aprile 2020

Aprile 2020

Aprile 2020

Aprile 2020

Marzo 2020

Marzo 2020

Marzo 2020

Marzo 2020

Marzo 2020

Febbraio 2020

Novembre 2019

Ottobre 2019

Settembre 2019

Giugno 2019

Maggio 2019

Aprile 2019

Aprile 2019

Marzo 2019

Febbraio 2019

Gennaio 2019

Novembre 2018

Ottobre 2018

Ottobre 2018

Settembre 2018

Agosto 2018

Luglio 2018

Luglio 2018

Luglio 2018

Maggio 2018

Maggio 2018

Aprile 2018

Aprile 2018

Aprile 2018

Marzo 2018

Marzo 2018

Febbraio 2018

Febbraio 2018

Gennaio 2018

Novembre 2017

Novembre 2017

Novembre 2017

Ottobre 2017

Ottobre 2017

Ottobre 2017

Settembre 2017

Settembre 2017

Settembre 2017

Luglio 2017

Luglio 2017

Luglio 2017

Luglio 2017

Maggio 2017

Aprile 2017

Marzo 2017

Marzo 2017

Novembre 2016

Ottobre 2016

Ottobre 2016

Settembre 2016

Luglio 2016

Luglio 2016

Luglio 2016

Luglio 2016

Luglio 2016

Luglio 2016

Giugno 2016

Maggio 2016

Maggio 2016

Aprile 2016

Marzo 2016

Marzo 2016

Marzo 2016

Febbraio 2016

Febbraio 2016

Febbraio 2016

Febbraio 2016

Febbraio 2016