Diario editoriale #81: A Natale, regaliamoci anche la possibilità di riflettere
Scritto da: Ezio Quarantelli
Anche per questo Natale, nonostante un anno complicato per diverse ragioni, Lindau propone una bella scelta di titoli, che possono incontrare i gusti e le esigenze più diversi: da un avvincente romanzo di formazione ambientato nell’URSS al suo tramonto (Una vita per noi, di Kristina Gorcheva-Newberry) a un classico giallo inglese di ambientazione natalizia (L’assassino colpisce a-Natale, di Fergus Hume), a un bellissimo libro dedicato al design nel cinema (Il design nel cinema, di Giorgio de Silva), a un saggio dedicato a un tema delicato e importante: la maternità surrogata (o gestazione per altri, o utero in affitto) e i diritti del bambino (Il grido segreto di un bambino, di Anne Schaub-Thomas).
Vorrei spendere qualche riga per parlarvi proprio di quest’ultimo libro.
Che il tema sia di grande attualità è evidente a tutti. Che sia anche straordinariamente importante e delicato penso sia chiaro ai più. Che sia stato molto dibattuto, ma poco studiato e approfondito, beh, questa è forse una cosa che a tanti è sfuggita.
Eppure le domande che meritano una risposta ben ponderata sono tante: esiste un diritto ad avere figli? Se esiste come si origina e su quale base riposa? È giusto trattare una donna come una produttrice di ovuli o come una sorta di incubatrice umana? E qual è il prezzo di questo? (Non alludo, naturalmente, al prezzo in denaro.) È giusto che un neonato venga separato dalla donna che l’ha portato in grembo per nove mesi e con cui ha stabilito un rapporto simbiotico?
Il libro che abbiamo pubblicato riflette in particolare sui diritti del bambino, un aspetto del problema sorprendentemente trascurato nella gran parte delle (rarissime) analisi.
L’autrice, Anne Schaub-Thomas, psicologa e psicoterapeuta, sulla scorta delle più recenti scoperte delle neuroscienze e della sua esperienza clinica, ci spiega quale sia il grido richiamato nel titolo del libro e, con rigore e delicatezza, presenta gli studi che dimostrano quanto la vita prenatale e i primi mesi dopo il parto costituiscano un periodo di grandissima importanza sia per lo sviluppo psichico del bambino sia per la vita futura dell’adulto. È necessario e urgente, scrive, interrogarsi su quali siano le conseguenze a lungo termine di una pratica tanto artificiale e invasiva, che non può essere valutata soltanto in base al desiderio di avere un figlio trasformato nel «diritto ad avere un figlio», un diritto presunto la cui legittimità è tuttora da dimostrare.
Il mainstream, lo sappiamo tutti bene, scorre in un altro senso e per questo faticherete a trovare copie di questo volume in libreria. Mi dicono che persino le librerie cattoliche hanno stentato a prenotarlo e, quando lo hanno fatto, si sono limitate a una copia da mettere (nascondere?) a scaffale. Anche i giornali latiteranno, desiderosi, come sono, di compiacere l’opinione dominante (con qualche, limitata e purtroppo minoritaria eccezione).
Per fortuna, però, continuano ad esistere i lettori curiosi, e magari anche un po’ anticonformisti, e magari pure solleciti del bene comune. È a loro che mi rivolgo perché garantiscano a questo libro il successo che merita.