Diario editoriale #69: il cuore di tenebra degli esseri umani
Scritto da: Ezio Quarantelli
Qualcuno dovrebbe prima o poi riflettere sull’attuale profluvio di giornate del ricordo o di anniversari da celebrare. Che cosa significa? Siamo davvero una società che si interroga e riflette sugli errori del passato ed è impegnata ad approfondire e assimilare la lezione dei suoi grandi spiriti? Mi permetto di dubitarne.
Faccio due esempi, i più ovvi e forse i più rivelatori: la Giornata della memoria e l’anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini, che riempie in questi giorni le pagine dei giornali e una parte significativa del palinsesto quanto meno delle radio meno corrive.
Non vi sembra che il ricordo, pur commosso, della Shoah si sia trasformato in una liturgia che di fatto elude le grandi domande che questa tragedia continua a rivolgerci? Come è stato possibile che un tale orrore si sprigionasse da una delle più civili e colte nazioni europee, patria di poeti, scrittori, filosofi, artisti, musicisti, scienziati che tutti ammiriamo? Dobbiamo forse pensare che la letteratura, la filosofia, l’arte, la musica, la scienza non servano a migliorare l’uomo e a contenerne gli istinti più barbari? Noi che siamo così orgogliosi del nostro lavoro di editori e talvolta sembriamo pensare che il livello di civiltà di un paese dipenda dalla sua familiarità con la lettura stiamo forse commettendo un radicale errore di valutazione?
Quanto a Pasolini, chi ha affrontato e discusso sul serio il suo pensiero, in special modo quello espresso nei suoi ultimi libri, gli Scritti corsari e le Lettere luterane? Al netto dei riferimenti all’attualità del tempo in cui scriveva, il filo che attraversa le sue riflessioni resta di straordinaria e scandalosa attualità. E l’algida crudeltà di Salò non sta per caso parlando di qualcosa che attraversa tempi e paesi e che ha uno stretto e doloroso rapporto con il cuore di tenebra degli esseri umani? Certo è più facile fare di Pasolini una sorta di “santo laico” (sorprendentemente conteso da destra e sinistra), che riconoscerlo come un inquietante profeta.
E allora ricordiamo, celebriamo, inneggiamo!... in attesa della prossima prova di “disumanità”, forse già in corso.