Diario editoriale #65: grazie Adriana!
Scritto da: Ezio Quarantelli
Come sanno i miei venticinque lettori, questo Diario editoriale registra soprattutto riflessioni su come va il mondo, quello dell’editoria e quello, ben più grande e importante, che ci ospita. Siccome il mondo non va troppo bene (neppure quello dell’editoria, nonostante ciò che si dice in giro), quello che scrivo assume spesso la forma di un “cahier de doléances”.
Oggi però voglio raccontarvi di una bellissima giornata che ho trascorso recentemente e che ha avuto al centro un libro magnifico di Adriana Zarri, «Tu». Quasi preghiere, appena riedito da Lindau (la prima edizione è del 1985, per i tipi dell’editore Gribaudi) con la cura di Francesco Occhetto.
Il 4 dicembre scorso, in una sala del castello di Albiano di Ivrea (proprietà della Curia e residenza del vescovo emerito Luigi Bettazzi, protagonista non secondario della stagione conciliare), lo abbiamo presentato di fronte a un pubblico non esiguo, in gran parte composto dai membri dell’Associazione dedicata alla Zarri. A parlarne, insieme al sottoscritto, don Paolo Scquizzato e Francesco Occhetto.
Don Paolo è un uomo colto, profondo e brillante e ci ha intrattenuto ragionando intorno al tema della preghiera e allargando spesso il discorso per toccare altri temi cari ad Adriana. Francesco Occhetto gli ha dato man forte, grazie alla conoscenza che ha della produzione della Zarri e alla grande cultura che si è fatto nell’ambito della mistica.
Fin qua, può sembrare il resoconto di uno dei rari (!!!) incontri in cui chi è chiamato a parlare lo fa con piena cognizione di causa e con sincera passione. Ma il punto è che, per la prima volta dopo molti anni, ho visto diverse persone fra il pubblico prendere appunti e ho poi sentito domande e interventi non solo informati, ma percorsi da un sincero desiderio di approfondimento.
Insomma, nonostante tutto, mi sono detto, c’è speranza. C’è ancora chi legge, studia, pensa, si interroga sul serio, lontano dai riflettori di qualsiasi ribalta e indifferente alle mode del momento.
Dopo la presentazione, era possibile assistere a una celebrazione eucaristica (con omelia di padre Ernesto, ragionata e autentica), a cui è seguita una colazione comunitaria a cui tutti hanno contributo con piatti squisiti.
Al pomeriggio ho avuto poi il privilegio di visitare con alcuni amici l’ultimo “eremo” di Adriana, a Crotte di Strambino. È stata una visita emozionante, perché mi ha restituito, nonostante il tempo trascorso, un po’ di polvere e qualche ragnatela, lo spirito con cui è vissuta questa straordinaria figura di mistica, teologa, scrittrice e militante.
Insomma, sono ritornato a casa commosso e ritemprato e con l’idea che forse anche il nostro lavoro di editori non è del tutto inutile. O, per dir meglio, è spesso inutile, ma qualche volta, grazie all’incontro fra un autore vero e dei veri lettori, riesce a non esserlo.