Diario editoriale #61: torna il Salone del Libro e noi vi aspettiamo
Scritto da: Ezio Quarantelli
Torna, dopo oltre due anni, il Salone del Libro di Torino (aprirà giovedì) e tutti, noi per primi, si rallegrano, e celebrano con l’occasione il ritorno alla normalità. Sarebbe però sciocco pensare che ogni cosa possa riprendere come se nulla fosse successo. Le ferite che la pandemia ha inferto alla nostra società e alla nostra economia sono profonde e durevoli e il piccolo mondo del libro non ne è esente.
In questo senso, dunque, non serve un ritorno alla normalità, ma piuttosto un grande sforzo di creatività e progettualità che ci porti oltre la palude in cui abbiamo sguazzato per troppo tempo, con i lettori un anno in crescita dello “zero virgola” e l’anno successivo in calo nella stessa misura.
Guardiamoci attorno e prendiamo esempio dai tanti paesi che hanno fatto e fanno meglio, nonostante non possano vantare neppure la millesima parte della nostra storia artistica e culturale.
Abbiamo celebrato Dante, ma non ci siamo chiesti perché la sua patria è così avara di gente che legge, ha un sistema bibliotecario piuttosto asfittico, poche librerie indipendenti in grande difficoltà, catene che vendono sempre meno libri e sempre più gadget, e dipende in misura crescente dagli store on line (uno, è ovvio, in particolare).
Le responsabilità di questa situazione sono di tanti, e gli editori farebbero bene a non chiamarsi fuori, ma è soprattutto il futuro che importa e di cui dobbiamo occuparci ora.
Noi di Lindau siamo da sempre impegnati in un lavoro duro e spesso ingrato, che in buona parte consiste nel tentativo di dare voce a storie, culture e personalità spesso lontane dal mainstream, e anzi magari a esso contrapposte. Questo, come ho scritto più di una volta, è causa di diffidenze e ostracismi (o peggio), ma è comunque il contributo che possiamo e vogliamo offrire per un mondo più aperto, tollerante, consapevole. Ed è anche una via per guadagnare nuovi lettori che difficilmente potrebbero sentirsi stimolati dalla soffocante uniformità del pensiero unico corrente.
Pazienza se gli inserti dei giornali privilegiano i soliti noti! Pazienza se lo stesso fanno festival e fiere, grandi e piccini! Gli unici di cui non possiamo fare a meno sono i lettori, quelli di oggi e, ancor più, quelli di domani.
Chi mi legge e verrà al Salone del Libro, passi a trovarci (Pad. 2, stand F52-G51), anche solo per un saluto. Ci sentiremo incoraggiati nella nostra battaglia.