Diario editoriale #6: un sentimento di impotenza
Scritto da: Ezio Quarantelli
Un paio di giorni fa – il cielo era azzurro, l’aria insolitamente pulita, la temperatura decisamente primaverile – ho scaricato l’estratto conto del nostro distributore, al cui lavoro dobbiamo l’80% per cento del nostro fatturato. L’ultima riga, quella del totale, era praticamente a zero. Proprio così, a zero.
L’altro ieri il governo ha licenziato un decreto che dovrebbe immettere nel sistema una grande quantità di denaro, in parte destinato alle aziende. È stato pubblicato questa notte, ma perché diventi davvero operativo bisognerà attendere il visto dell’Unione Europea e i tempi imprevedibili di molte burocrazie. Senza contare il fatto che già immagino complicate istruttorie condotte da funzionari invisibili, che nulla sanno di noi e del nostro lavoro.
Che fare, allora?
In queste settimane non ho mai davvero smesso di lavorare. Ho rivisto e ripensato (più di una volta) il piano editoriale, ho dialogato – a distanza – con autori, traduttori, redattori, ho ragionato su nuovi progetti da realizzare in un futuro ancora imprecisato. E ho fatto e rifatto i conti.
Una buona parte del mio tempo se ne è andata facendo e rifacendo conti.
Ma zero vale zero, e non si fa molta strada.
È ovvio, non mi perdo d’animo. Nei 30 e più anni di lavoro che ho alle spalle ho vissuto molti periodi difficili in cui i soldi non bastavano neppure per la bolletta della luce e del telefono (qualche volta siamo rimasti al buio e potevamo soltanto ricevere le chiamate). Questa volta, però, è diverso, perché anche l’ottimismo più ostinato, o la speranza più insensata si scontrano contro un muro invalicabile: l’assoluta incertezza riguardo a quanto avverrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Sono sincero: non ho mai provato un tale sentimento di impotenza. Molto poco dipende da me, quasi nulla.
Chi mi legge non si stupirà quindi se chiedo aiuto a tutti i nostri lettori, un aiuto morale e un aiuto economico. Lo chiedo nella forma più semplice: per favore, comprate un nostro libro, possibilmente dal nostro sito. Ce ne sono per tutte le tasche e (quasi) per tutti i gusti. Per me, e per noi tutti, sarà un segnale importante e un sostegno forse decisivo.
Vorrei continuare a fare questo lavoro ancora a lungo. Vorrei continuare a offrire uno spazio di riflessione, di dibattito e di ricerca completamente libero. Vorrei continuare a servire chi ci legge facendo ancora scelte difficili, spesso controcorrente.
Posso contare su di voi?