Diario editoriale #44: rivoluzione in corso (qualcuno ci fa caso?)
Scritto da: Ezio Quarantelli
Questo primo trimestre dell’anno sembra chiudersi con risultati tutto sommato buoni per gli editori italiani, anche se prosegue inesorabile quella rivoluzione nella struttura del mercato su cui cerco da tempo di richiamare (senza successo) l’attenzione degli addetti ai lavori.
È infatti soprattutto l’online a trarre vantaggio dal trend in corso, mentre le catene continuano a essere le grandi ammalate. Forse, per quanto tardiva, una riflessione sulle ragioni di questa crisi dovrebbe essere avviata.
I più la giustificano parlando dei centri storici (e delle stazioni e degli aeroporti) svuotati dal lockdown, dallo smart working di molti, dall’assenza di turisti. Sono buone ragioni, ma, a mio modo di vedere, vanno integrate con altre che hanno radici più antiche.
Dobbiamo parlarci chiaro: che cosa sono diventate le librerie di catena nel corso degli ultimi anni? Gradevoli supermercati, quasi sempre animati da solerti ma inesperti commessi, il cui assortimento è stato ispirato a due unici criteri: la rotazione della merce (eh, sì, i libri visti come merce) e la vendita degli spazi (eh, sì, gli editori per avere i libri in certe posizioni dovevano e devono pagare conti salatissimi).
Se questa è diventata l’identità (?) di una tipica libreria di catena, siamo certi che alla lunga (anche senza il lockdown e tutto il resto) l’online non fosse destinato a vincere?
Meravigliosa ipocrisia la mia, quando parlo di “online”, visto che è di Amazon che dovrei e dovremmo parlare.
In ogni caso, quand’anche la situazione attuale dipendesse in modo prioritario dalle conseguenze della pandemia, è lecito farsi una domanda. Al termine di questo terribile periodo, tornerà tutto come prima? Chi oggi ha scelto Amazon ritornerà a essere l’affezionato cliente della libreria di catena che si trova magari vicino al suo posto di lavoro? Io dico di no. Certo, un piccolo rimbalzo c’è da aspettarselo, ma, che ci piaccia o no, è finita un’epoca. Lo ripeto: è finita un’epoca. La pandemia ha accelerato processi in corso da anni e li ha resi di fatto irreversibili. Conviene a tutti capirlo in fretta per cercare di riprendere il controllo di fenomeni che in questo momento si producono in modo del tutto anarchico.
Naturalmente – ne sono certo – prevarrà, ancora una volta, un superficiale giustificazionismo che, ancora una volta, sarà causa di danni irreparabili. Ma chi è causa del suo mal…
(Buona Pasqua!)