Diario editoriale #42: una battaglia per l’ecologia della mente
Scritto da: Ezio Quarantelli
Uno degli appassionati allievi dei nostri corsi di redazione mi ha fatto recentemente notare che la poesia e il teatro sono ormai presenze rare e quasi clandestine del panorama editoriale italiano. È vero, ed è un segnale tanto più inquietante quanto più cresce il numero delle novità prodotte ogni anno. In realtà né la poesia né il teatro hanno mai goduto da noi di soverchia attenzione. In questo l’Italia ha sempre fatto peggio di Francia e Inghilterra, per fare due soli esempi, che hanno sempre riservato all’una e all’altro una grande attenzione. Ma negli ’60 o ’70, per parlare di un tempo non troppo lontano, esistevano editori e collane protagonisti di iniziative di ottimo livello. Oggi, invece…
Le ragioni di questo rarefarsi dei già ridotti spazi dedicati a poesia e teatro sono probabilmente molte. Una di esse è la scomparsa di quella società letteraria, composta di lettori forti e motivati, che in passato ha fatto la fortuna di tanti editori di cultura, oltre che di tanti autori. A un certo punto, infatti, la società è cambiata in modo piuttosto radicale, sono emersi nuovi pubblici, con caratteristiche e abitudini differenti, e quel piccolo mondo (che alimentava pure un certo numero di riviste letterarie) si è definitivamente dissolto. Chi mi legge perdonerà il carattere impressionistico di queste osservazioni, che richiederebbero, per essere precisate e suffragate, ricerche e competenze di cui non dispongo, ma non credo di sbagliarmi troppo.
E allora? Dobbiamo rassegnarci e seguire l’onda che monta in questi anni? Davvero dobbiamo rinunciare a poesia e teatro, affogando in un mare di “gialli” di qualità molto varia? Come sempre, parecchio dipende da noi e soprattutto da chi ha tempo ed energie sufficienti per sognare.
È importante e urgente difendere l’ambiente, sempre più aggredito, avvelenato, soffocato. Non dimentichiamo però la battaglia per un’ecologia della mente e delle coscienze, che ha un assoluto bisogno di poesia e di teatro. È giusto combattere per salvare un albero, ma facciamo lo stesso per difendere una parte importante della nostra cultura. Usiamo Twitter per diffondere versi, Facebook, Instagram, Youtube per letture ad alta voce. E quando potremo riaprire le nostre case e accogliere gli amici organizziamo serate di poesia o piccole recite domestiche. Non scherzo, sono serio. Questa è una delle poche utopie che mi sento di raccomandare.