Diario editoriale #33: cattivi propositi
Scritto da: Ezio Quarantelli
Innanzitutto, grazie a tutti quelli che mi hanno scritto in questi giorni raccontandomi ciò che si propongono per l’anno che viene. In tutti, mi pare, è viva l’esigenza di affrontarlo con uno spirito nuovo, che corrisponda di più e meglio ai valori e alle priorità di ciascuno. I mesi di vita “sospesa” che abbiamo alle spalle ci hanno infatti permesso di osservare con un certo (obbligato) distacco la routine di ogni giorno, con il suo carico di automatismi, di abitudini, di ordinarie infelicità. E ci hanno offerto la possibilità di riflettere in modo più onesto su ciò che ci sta a cuore davvero, su ciò che è davvero importante per noi.
Le mie priorità professionali (quelle personali non interessano, credo, a nessuno) sono presto dette: buoni libri per ciascuno dei marchi del nostro piccolo gruppo, molti contatti e scambi di idee con i librai e i lettori, una libertà sempre maggiore rispetto al pensiero mainstream, cioè ai conformismi di turno.
In altre parole, la nostra strada continuerà in salita.
Quello dell’editore non è (e non è mai stato) un mestiere facile, se non ci si vuole trasformare in semplici ingranaggi dell’industria culturale. Penso agli inserti dei giornali, che, con poche eccezioni, ogni settimana ci ripropongono ossessivamente la produzione di venti editori (a dir tanto). Penso ai salotti di varia natura e di vario livello in cui si orienta (o si cerca di orientare) la pubblica opinione. Penso al modo stanco e ripetitivo con cui molti librai – non tutti, per fortuna – fanno il loro lavoro, riempiendo soltanto le “caselle” che conoscono. E penso anche alla pigrizia di una parte del pubblico dei lettori, poco inclini alla scoperta e all’avventura e invece molto rassicurati dal ripetersi inerte di scelte consumate dagli anni e dalle abitudini.
Se non si sta al gioco, lo so bene, si paga un caro prezzo. Ma dove porta questo gioco? Guardatevi attorno e arrivate alle vostre conclusioni.
Per il 2021 non posso quindi che suggerirvi qualche “cattivo” proposito:
1) diffidate dalle specializzazioni: oggi abbiamo bisogno di attraversare le frontiere, di ibridare i saperi, di sfidare i sistemi. Evviva la cultura bastarda!
2) osservate con sospetto i “buoni” prodotti, le storie facili, le morali rassicuranti.
3) interrogatevi sui libri che piacciono a tutti: forse sono capolavori, forse sono soltanto opere di facile digeribilità.
4) cercate, almeno di tanto in tanto, ciò che è diverso, sorprendente, forse anche urtante. Il mondo cambia ogni giorno, e noi con lui, ma è difficile accorgersene se guardiamo sempre con gli stessi occhiali nella stessa direzione.
5) accettate le sfide, anzi ricercatele. Fatevi interrogare, provocare, disturbare. State lontani dal senso comune. Trasgredite. È così che si cresce.
6) viaggiate, viaggiate, viaggiate. Non con gli aerei, ma con il pensiero. Avventuratevi in territori ignoti, scoprite culture lontane e dimenticate (spesso oppresse), appassionatevi alle minoranze. Fatevi trans-lettori.
E pazienza se seguendo questi consigli guarderete con severità qualcuno dei libri che abbiamo pubblicato. Pago volentieri anche questo prezzo.
Buon anno!