Diario editoriale #29: un corso tutto nuovo
Scritto da: Ezio Quarantelli
Devo confessarvi una certa eccitazione per l’inizio ormai prossimo (lunedì 7 dicembre) di una nuova edizione del Corso di formazione per redattori editoriali.
È da più di trent’anni che Lindau lo organizza, e da tempo ha assunto la configurazione attuale, eppure non mi annoio a ripeterlo, sono anzi felice di ricominciare a far lezione.
Io non ho avuto maestri, o, per dir meglio, non ho avuto maestri con cui dialogare e che mi accompagnassero passo dopo passo. I miei maestri erano lontani e sostanzialmente irraggiungibili. Ho imparato quasi tutto leggendo, studiando, osservando, facendo e sbagliando.
Dopo tanto impegno, e una mole importante di errori, credo di conoscere piuttosto bene la mia professione.
Trasmettere il mio sapere, soprattutto il mio saper fare, appassionare al lavoro sui libri molti giovani di belle speranze (e anche qualcuno meno giovane), condividere il frutto della mia esperienza è per me una magnifica avventura.
Le nostre classi sono sempre abbastanza affollate. Qualcuno vi arriva con le idee chiare e una grande determinazione, altri sono incuriositi dall’attività editoriale, ma non sanno bene di cosa si tratti (e infatti qualcuno scoprirà che non fa per lui). Certuni hanno alle spalle studi solidi e rigorosi, altri sono figli incolpevoli (o quasi) delle nostre università, caotiche, velleitarie, dispersive. E però, nonostante tutto, prima o dopo scatta una scintilla che mi fa sentire la presenza viva, l’energia, di quelle teste che pensano e sognano.
Quest’anno il corso si farà secondo una formula nuova: useremo una piattaforma per depositarvi materiali di varia origine e natura e ci incontreremo via Zoom un paio di volte alla settimana. Sarà più difficile, per me e per gli altri docenti, stimolare quell’interazione che è sempre stata al cuore della nostra didattica. In compenso, però, ho scoperto la possibilità di arricchire le lezioni con materiali di ottima qualità, disponibili in rete. Ho l’impressione che il risultato sia decisamente buono, per certi versi anche migliore di ciò che abbiamo ottenuto in passato.
Fare l’editore – per lo meno nella mia dimensione – riserva molti giorni amari: spesso i risultati non premiano l’impegno, i quattrini sono pochi, i problemi da risolvere tanti. Ma quando inizia un nuovo corso e posso raccontare quanto sia esigente, difficile e straordinario il mio mestiere, be’, quello è un bellissimo giorno.