Caro Motta, era difficile fare di più
Scritto da: Ezio Quarantelli
La politica di Federico Motta, presidente dell’Associazione Italiana Editori, comincia a dare i suoi frutti.
Proviamo a elencarli:
1) due saloni del libro, in concorrenza fra loro, a distanza di poche decine di chilometri e di poche settimane l’uno dall’altro;
2) il Ministero dei Beni Culturali che sceglie Torino, dicendosi interessato alla promozione della lettura e non a una manifestazione di sapore schiettamente commerciale come la nuova fiera voluta dall’AIE;
3) un piccolo, ma molto significativo gruppo di piccoli editori che lascia l’AIE in polemica con l’attuale gestione;
4) un nutrito gruppo di piccoli editori, ancora associati all’AIE, apertamente e fortemente critici nei confronti delle scelte operate da Motta & C.;
5) la nascita di un'associazione a sostegno del Salone del Libro di Torino che raccoglie molte decine di piccoli editori (spesso con una lunga e importante storia alle spalle);
6) la probabile, prossima nascita di una nuova associazione di categoria, destinata a rappresentare i piccoli e medi editori che non si riconoscono più nell’AIE.
Mai risultati così copiosi sono stati conseguiti con una tale economia di mezzi. Anzi, con un solo mezzo: l’arroganza.
Oggi tutti invitano alla moderazione e al dialogo. I due saloni – si dice – devono dialogare nel superiore interesse della lettura e dei libri. Che sfoggio di ipocrisia! È evidente a tutti che nessun dialogo è possibile, per il semplice fatto che nel tempo non potranno sopravvivere due manifestazioni così simili e così vicine.
L’unica cosa che possiamo augurarci è che vinca il migliore.
Ma i lettori, questo mi pare evidente, hanno già perso, perché non meritano editori così.
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Immagine:
Luca Moglia - Flickr
CC BY-NC-ND 2.0