10 curiosità su «2001: Odissea nello spazio» di Stanley Kubrick
Scritto da: Redazione
«Se 2001 ha smosso le vostre emozioni, il vostro subconscio, le vostre inclinazioni mitologiche, allora ha funzionato»
– Stanley Kubrick
Sono passati 50 anni da quando 2001: Odissea nello spazio uscì al cinema, mettendo in scena qualcosa di mai visto prima, di letteralmente rivoluzionario. Ci sarebbero molto cose da dire sulle tecniche, sui significati nascosti e presunti, sugli aneddoti sul set… Ci siamo limitati a stilare 10 curiosità sul film che danno l'idea del grande evento su cui stava lavorando il genio di Stanley Kubrick.
Dal 1968 il cinema non sarà più come prima.
1. Una lotta contro il tempo
Durante le registrazioni del film, Kubrick si trovava talmente immerso nel suo progetto che in certi momenti fu ossessionato dall’idea che la realtà potesse anticipare il film e renderlo superato: ad esempio, se degli extraterrestri si fossero presentati realmente, come sarebbe sembrato il suo film? E se l'uomo fosse davvero riuscito a conquistare lo spazio? Da quel momento sarà una lotta contro il tempo per finire il film prima del vero sbarco sul nostro satellite.
Il film si salvò, se così si può dire, a causa di un terribile incidente accaduto nel 1967 su Apollo 1, che rallentò la messa a punto della missione lunare definitiva.
2. La competizione russo-americana
La conquista dello spazio, al tempo della competizione russo-americana negli anni ’60, ha generato un’iconografia sullo spazio e sull’assenza di gravità attraverso le immagini trasmesse in televisione. Gli spettatori del 1968 avevano avuto modo di vedere, con quelle immagini vaghe e in bianco e nero, i cosmonauti fluttuanti che adesso Kubrick con 2001 proponeva loro in 70mm e a colori.
Ma la competizione russo-americana non si limitò a esistere solo negli anni di preparazione nel film: nel 1971 uscì Solaris di Tarkovskij. È innegabile che Solaris nascesse non soltanto dal genio del suo autore (che si è sempre detto insoddisfatto del suo film), ma anche dal desiderio dei dirigenti del cinema sovietico di produrre un film che potesse competere con 2001 non solo sul piano dello sforzo finanziario, ma anche su quello del prestigio internazionale e artistico.
3. La sceneggiatura sotto forma di romanzo
Kubrick respingeva l’idea di scrivere 2001 sotto la forma convenzionale di una sceneggiatura cinematografica, «la forma meno propizia alla comunicazione che sia mai stata inventata», affermava. È per questo che ben presto gli venne l’idea di scrivere un romanzo con Arthur C. Clarke, che gli sarebbe servita come base per produrre il film.
Sul finire del 1964, è pronta una prima bozza della sceneggiatura (che terminava con l’eroe sulla soglia della «Porta delle Stelle»). Kubrick usò il manoscritto per vendere l'idea alla MGM e alla Cinerama. Dopo la prima lettura disse: «Abbiamo ampliato il campo della fantascienza».
Tuttavia durante la stesura Kubrick si riservava la possibilità di cambiare tutto in qualsiasi momento, e il film effettivamente non si basò mai su una sceneggiatura immodificabile. Tutto fu lasciato aperto fino all’ultimo istante.
Dopo la prima versione della sceneggiatura,
Kubrick continuò per molto tempo a non approvarla per i più svariati motivi: per i finali proposti da Clarke che non lo convincevano, per i dialoghi presenti nel libro che lo rendevano troppo «verboso» e, molto probabilmente, ne ritardò la pubblicazione per proteggere il film e battere sul tempo l'opera letteraria.
Il libro omonimo uscì infatti nel luglio del 1968 a firma del solo Arthur C. Clarke che dedicò il libro «A Stanley». L'accordo dei due rimase sempre del 60/40. Clarke scrisse anche 4 libri che fecero da seguito a 2001, ma nessuno eguagliò il successo straordinario del primo volume.
4. Il titolo
Alla fine dell'aprile 1965, Kubrick avviò la produzione del film. Il primo passo fu abbandonare il titolo di lavorazione annunciato alla stampa nel febbraio dello stesso anno: Journey Beyond the Stars. Fin dall'inizio Kubrick era stato ispirato dal capolavoro di Omero, l'Odissea e, proprio come Ulisse, gli astronauti si sarebbero imbarcati per un viaggio, così come il pubblico che si preparava a vedere il suo capolavoro.
Kubrick annunciò ufficialmente alla stampa mondiale che il suo film si sarebbe chiamato 2001: Odissea nello spazio. Chiese espressamente che lo si pronunciasse «two thousand and one» e non, come consentito nell'uso inglese, «twenty zero one», che a lui suonava meno bene.
5. La fantascienza di 2001
Kubrick affermava di essere un gran lettore di fantascienza, un genere che non disprezzava affatto. Ma manifestava al tempo stesso l’intenzione di fare un film scientificamente esatto in rapporto ai dati della sua epoca, e si disse sorpreso dell’abisso che separava la conoscenza scientifica e il grande pubblico.
La pubblicità e la «comunicazione» di 2001, al momento dell’uscita, misero l’accento sulla cura per la precisione scientifica e futurologica. Si trattava infatti di raggiungere un pubblico più ampio di quello dei cultori di fantascienza, cercando di lottare contro la reputazione di puerilità attribuita al genere.
Kubrick disse nel 1966 a Jeremy Bernstein: «I film di fantascienza sono sempre stati sinonimo di mostri e di sessualità, noi abbiamo cercato un altro approccio».
In quanto genere popolare, la fantascienza pre-2001 è associata effettivamente alla sessualità: ragazze ingenue in abbigliamento succinto (Anne Francis in Il pianeta proibito o Yvette Mimieux in L’uomo che visse nel futuro) o bionde lascive, donne molto sexy al cospetto di mostri che le rapiscono, o al comando di robot.
Non è quindi un caso se in 2001 la presenza delle donne è ridotta all'essenziale, a qualche figura marginale.
6. La critica
Fellini espresse per telegramma emozione ed entusiasmo, John Lennon dichiarò di rivedere il film ogni settimana.
La celebre Pauline Kael descrisse l’opera di Kubrick come un capriccio personale e irresponsabile da bambino viziato, che si diverte senza importanza con il grande giocattolo della tecnica: «Il più grande film da dilettante di tutti i tempi, al punto da includere la scena obbligatoria dei film per famiglie: quando la bambina riccioluta del regista dice al papà il regalo che desidera». Critica che, secondo LoBrutto, fece arrabbiare non poco il regista.
Penelope Gilliatt, sul «New Yorker», parlò diversamente di un film magnifico e attribuì allo humour di Kubrick certe scelte sorprendenti: ad esempio Sul bel Danubio blu d i Johann Strauss Jr a suo avviso contribuisce a evocare una civilizzazione del 2001 con «il cervello di un fisico nucleare e la sensibilità di una hostess che sorride mentre spiega il funzionamento della maschera dell’ossigeno».
Tra critiche sferzanti e elogi entusiasti, nel 1968 2001: Odissea nello spazio venne nominato a 4 Oscar, vincendo però solo quello per gli effetti speciali. L'Oscar per il miglior trucco fu vinto da Il pianeta delle scimmie. Sembra che 2001 non vinse perché i giudici non si erano resi conto che le scimmie erano attori.
7. LSD
All’uscita di 2001, una delle sequenze più considerate e divenute leggendarie fu il viaggio «oltre l’infinito», che tutto il mondo battezzò subito la sequenza «trip».
Perfettamente in sintonia con lo spirito dei tempi, un giornalista di «Playboy» chiese a Kubrick se avesse mai preso l’LSD. Il regista rispose che la droga non è fatta per l’artista, perché crea uno stato di soddisfazione a priori, uccide lo spirito critico e fa sembrare tutto bello e interessante. Tuttavia divenne di moda andare a vedere 2001 da… stonati.
Lo scrittore Michael Herr ricorda di aver visto il film in un cinema «con un odore pungente di fumo di spinelli». Viene da sé che la MGM cominciò a incoraggiare in modo discreto i fruitori di allucinogeni: il commento di Louise Sweeney su «Christian Science Monitor» secondo cui «2001 è il trip definitivo» («ultimate trip») fu ripreso con grande evidenza su molte pubblicità. La stessa comunicazione che, all'uscita del film, si basava su temi tecnologici e scientifici, cominciò a mettere in evidenza che era un film «per viaggiare, non per capire», una «psychedelic experience» («Time»).
8. Le inquadrature a mano
Durante le riprese del film, Kubrick manovrò in prima persona la pesante telecamera Mitchell 65mm e lo fece in due occasioni.
La prima,
quando gli astronauti scendono nello scavo dove trovano il monolito e la macchina da presa li segue letteralmente, come fosse uno di loro.
La seconda,
durante il percorso di Bowman verso i circuiti della memoria di HAL.
9. La musica
Durante la scrittura del soggetto con Clarke, Kubrick aveva ascoltato spesso i Carmina Burana di Carl Orff. Contattò il vecchio compositore tedesco per avere una musica originale, ma quest’ultimo declinò a causa della sua età avanzata. Secondo Robert Townson, l’intenzione iniziale di Kubrick era quella di utilizzare dei brani di musica classica, ma la MGM preferì una colonna sonora originale, suggerendo al regista di lavorare con Alex North.
Nel dicembre del 1967 North e Kubrick s’incontrarono a Londra, ma Kubrick confessò al compositore l’intenzione di conservare una parte della musica «provvisoria» utilizzata: il Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn (previsto laddove ora figura Sul bel Danubio blu), la Sinfonia Antarctica di Ralph Vaughan Williams per la sequenza «trip» ecc. È una pratica tuttora utilizzata nel cinema quella di montare provvisoriamente una musica esistente, spesso classica, per trovare il ritmo, intanto che non si dispone della partitura originale.
Quando North compose una parte dei numeri previsti, Kubrick lo informò di non aver più bisogno di altre partiture: avrebbe utilizzato per la restante parte del film dei suoni di respirazione. Tuttavia fu solo alla prima proiezione pubblica a New York che North ebbe modo di constatare la totale assenza delle sue partiture nel film, con lo shock che è facile immaginare.
Bonus track: il brano «Echoes» dall'album Meddle dei Pink Floyd è perfettamente sincronizzato alla sequenza «Giove e oltre l'infinito». La canzone ha esattamente la stessa durata della sequenza e le parole e la musica seguono volutamente l'azione di questa parte del film.
10. L'Odissea del montaggio
Kubrick apportò numerosi cambiamenti nel montaggio durante la realizzazione del film e continuò ad apportarli fino a poco prima e appena dopo la prima proiezione.
Il 1° aprile del 1968, infatti, la MGM organizzò l'anteprima del film a New York trasformandola in un evento mondano, a cui Kubrick assistette per osservare la reazione dei critici e capire dove il film aveva dei rallentamenti. Il regista aveva attraversato l'Atlantico in nave, al bordo della quale si era fatto installare una sala di montaggio. Ritoccò il film perfino durante l'attracco. Assistere alla prima gli servì per capire dove poter migliorare il montaggio: il 3 aprile Kubrick tagliò 17 minuti alla versione originale di 156, per un totale circa di 30 tagli singoli.
Le eliminazioni furono tutte nella stessa direzione: quella di arrivare a un film che avesse meno riferimenti possibili con la Terra e con la quotidianità familiare. Ciononostante, la rinuncia alla voce narrante e l’eliminazione di certe scene hanno creato anche malintesi, o interpretazioni a senso unico, finendo per alimentare il mistero del film.
«Sono stato io a fare tutti i tagli di 2001, senza che nessuno me lo abbia chiesto. Avevo avuto la possibilità di vedere il film completo di musica e sonoro solo una settimana prima dell’uscita, ed è necessario vederlo alcune volte per decidere la lunghezza di alcune cose, specialmente le scene la cui funzione non è quella di far avanzare l’azione. La maggior parte delle scene tagliate erano “impressioni di cose”».
2001. Odissea nello spazio uscì a Washington, a New York e Los Angeles la prima settimana di aprile del 1968. La versione definitiva, comprensiva dei tagli effettuati dal regista dopo la visione alla critica, risale al 4 aprile 1968. In Italia arrivò nelle sale il 12 dicembre del 1968 (è dell'11 dicembre l'anteprima alla stampa).
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Per approfondire:
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