
Diario Editoriale #84: L’antisemitismo e la politica di Israele
Nelle ultime settimane ho sentito ripetere più volte il concetto secondo il quale la politica dell’attuale governo israeliano fomenterebbe l’antisemitismo. Non sono d’accordo.
Forse si potrebbe dire che essa rivela l’antisemitismo latente nelle nostre società e gli offre una falsa patente di rispettabilità.
L’antisemitismo è un infame pregiudizio che prescinde da questo o quel governo israeliano e dall’esistenza stessa dello stato di Israele.
Per gli antisemiti, il solo ebreo buono è quello morto, e, se mi si consente l’ironia, questo spiega la vasta adesione che ha accompagnato per anni il Giorno della Memoria.
Riflettiamo.
Perché l’aggressiva politica di Putin non ha fomentato nessun sentimento antirusso (salvo forse che nelle primissime settimane della guerra in Ucraina)?
Perché il minaccioso regime degli ayatollah non ha fomentato nessun sentimento di ostilità nei confronti del popolo iraniano?
E avete mai sentito qualcuno affermare che la politica di uno dei tanti dittatori africani fomenterebbe l’odio verso i neri?
Il punto è che in nessuno di questi casi la legittima critica rivolta verso un governo trova un terreno di coltura paragonabile a quel sentimento antisemita che attraversa una parte del pianeta e che sfrutta ogni occasione per ripresentarsi e far danno.
Dobbiamo allora impedirci di criticare il comportamento dell’attuale leadership israeliana? Assolutamente no, se questa è la nostra posizione, ma, in pari tempo, è nostro dovere combattere con rinnovata durezza qualunque forma – anche velata, anche “involontaria” – di antisemitismo in cui ci si imbatta.
Quindi, nessun limite alle critiche al governo israeliano, ma rigore assoluto nell’individuare e isolare ogni e qualsiasi forma di odio nei confronti del popolo ebraico.
Gli antisemiti non possono essere compagni di strada, neppure temporanei, di un sincero democratico, qualunque sia la politica seguita dal governo di Israele e qualunque sia il nostro giudizio su di essa. Ripeto: qualunque sia la politica seguita dal governo di Israele e qualunque sia il nostro giudizio su di essa. Nessuna causa può giustificare l’antisemitismo.
Anche da questo punto di vista questa è l’ora della verità.
Ezio Quarantelli.
Direttore editoriale